“My Fair Lady”, recensione dello spettacolo con Serena Autieri al Teatro Augusteo di Napoli, fino a domenica 10 marzo.





“My Fair Lady”, il più musical di tutti i tempi, la favola romantica arriva a Napoli, nel suo debutto al Teatro Augusteo, vestita di fascino e di nuovo, con Serena Autieri protagonista, in scena fino al domenica 10 marzo. 



Serena Autieri degna ed elegante erede di Judy Garland, Audrey  Hepburn, e anche della nostra  Delia Scala, alle quali l’attrice nell’intervista nel foyer del teatro dice di essersi ispirata, e di ognuna di loro ha preso qualcosa, e dice: 

-“Sognavo di fare questo ruolo e tenevo molto a cuore questa nuova sfida, quindi mi sono presa una pausa dalla tv e dal cinema per dedicarmi al teatro e ripartire da zero, un modo per resettare, per fare un grande lavoro su me stessa e dare il meglio di me”-

In scena con lei, nel ruolo di una piccola fioraia, anche sua figlia Giulia, che la sera della prima napoletana compiuto 11 anni e ha avuto gli auguri dalla tutta compagnia e dalla platea. 

Serena la sfida l’ha vinta! Risulta pienamente credibile nel vestire i panni di una donna in possesso di uno stile aggraziato e armonioso, cosa che le appartiene, mentre ci risultava  quasi impossibile immaginarla nel ruolo di una ragazza volgare e scurrile con il personaggio di Eliza Doolitle, la fioraia che poi vuole migliorarsi per avere un futuro migliore nella Londra di inizio '900, e fare breccia nel cuore del suo Pigmalione, il Professor Higgins. 


Serena, in questo ruolo ha trovato nel rappresentarlo la sua dimensione piena, é evidente che lo spettacolo è costruito sulla sua personalità e sulle sue capacità artistiche, sulla voce stupenda. 

Recitazione precisa e concentrata nella parte, con la capacità di interpretare due differenti personaggi e di saper evidenziare efficacemente anche quel sottile malessere interiore legato ad un cambiamento sostanziale che non soddisfa pienamente, in quanto determinato da una scommessa. 

A Napoli, il capolavoro di Lerner & Loewe’s nell’adattamento contemporaneo, realizzato da Vincenzo Incenzo, con la regia di A.J. Weissbard, la produzione di Enrico Griselli, la giovane Doolittle si propone come una ragazza alla ricerca della propria autonomia e identità. che vuole afferrare a pieni mani il suo futuro rivendicando un proprio spazio sociale e culturale. 


Alla prima a cui abbiamo assistito, il Teatro Augusteo strapieno, e tantissimi applausi.

Impossibile non elogiare Ivan Castiglione (Professor Higgins) e Manlio Dovì (Colonnello Pickering) che hanno confermato le loro grandi capacità attoriali risultando particolarmente gradevoli. Luca Bacci regala al pubblico un bel Freddie, giovane dalla voce pulita. Clara Galante (signora Pearce) perfetta, nel suo ruolo di Istitutrice severa ma dal cuore d’oro. Così come Fioretta Mari, in carrozzella che riempie la scena. 

I costumi di Silvia Frattolillo, molto  curati ricalcano fedelmente la tutta la moda londinese di inizi '900, che vestono gli attori senza distinzioni tra ruoli principali o meno offrendo una precisa prospettiva su ogni personaggio.
Spettacolari le coreografie create da Gianni Santucci  molto moderne e complesse. 

Gli arrangiamenti musicali di Enzo Campagnol suggestivi e, soprattutto, un corpo di ballo estremamente efficace e dinamico. 

Tre ore di show divertente e emozionante, da non perdere assolutamente. 

Dora Chiariello 






(foto Dora Chiariello)

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