Grani Futuri 2025 il valore universale del Pane tra memoria, sacralità e futuro: un evento internazionale dedicato al pane, nei giorni 21, 22 e 23 giugno, a San Marco in Lamis nel Gargano
Grani Futuri 2025 il valore universale del Pane tra memoria, sacralità e futuro: un evento internazionale dedicato al pane, nei giorni 21, 22 e 23 giugno, a San Marco in Lamis nel Gargano Torna Grani Futuri, giunto alla sua settima edizione: una kermesse ideata dal fornaio economista Antonio Cera, che da anni unisce cultura, gastronomia e riflessione sociale attorno al pane come simbolo identitario.
L’edizione 2025, si terrà il 21, 22 e 23 giugno a San Marco in Lamis (FG), nella suggestiva cornice di Stignano, e sarà dedicata al “Pane della Speranza”. Un tema potente e attuale che richiama alla memoria il valore salvifico del pane nei momenti difficili della storia – dai conflitti alle carestie, dalla povertà alle migrazioni – ma anche alla sua dimensione simbolica di rinascita, condivisione e visione di un domani possibile. In un mondo attraversato da guerre, crisi climatiche, disuguaglianze sociali e instabilità economiche, Grani Futuri propone il pane come metafora concreta e spirituale di speranza collettiva e resistenza.
Contesto territoriale: il pane come nutrimento materiale e immateriale
Il Gargano, con la sua rete di conventi, grani antichi e tradizioni artigiane, offre il contesto perfetto per approfondire il legame tra pane, sacralità e cultura del luogo. In particolare, i tour mattutini destinati ai giornalisti e agli esperti del settore, permetteranno di vivere tre percorsi esperienziali distinti: uno dedicato alla mietitura e molitura nei campi locali, per riscoprire il valore del lavoro agricolo e delle filiere etiche; l’altro attraverso i conventi e i luoghi della spiritualità, per sottolineare come il pane sia stato – e sia tuttora – un elemento centrale nei riti religiosi e nella cultura monastica. L’ultimo giorno alla scoperta dell’arte orafa locale, altra preziosa espressione di San Marco in Lamis: il pane e l’oro diventano simboli tangibili di una sapienza antica, due arti manuali, unite da gesti precisi, cura quotidiana e capacità di trasformare l’essenza della bellezza.
Pancotto Contest: i Comuni identitari del Pane
Domenica 22 giugno, a pranzo, l’iconico Contest del Pancotto vedrà protagonisti sei comuni della Puglia,ciascuno in rappresentanza di una provincia e della propria specifica tradizione legata al pane: Altamura,Laterza, Guagnano, Monte Sant’Angelo e altri due che saranno presto annunciati. Sarà un confronto noncompetitivo, ma identitario, dove ogni comunità racconterà la propria visione del “pane povero” come
memoria, ingegno e risorsa.
Pane, cultura ed alta cucina
Ogni sera, l’Auditorium di Grani Futuri si trasformerà in uno spazio polifunzionale dedicato sia alla riflessione culturale che all’esperienza sensoriale.
Nella prima parte della serata, si terranno salotti letterari con autori, intellettuali e giornalisti, seguiti da tavole rotonde con fornai e panificatori provenienti da tutta Italia. Saranno momenti di approfondimento per discutere del valore morale e sociale del “Pane della Speranza”, condividendo esperienze e progetti tra etica del cibo, sostenibilità, spiritualità e rigenerazione sociale.
Successivamente, si aprirà lo spazio delle cene esclusive a quattro mani, con chef di fama nazionale. Ogni menù sarà ideato per valorizzare il pane, in un vero e proprio dialogo gastronomico: ciascun piatto sarà pensato per sposarsi con le specifiche tipologie di pane dei fornai presenti, esaltandone profumi,
consistenza e storia. A completare l’esperienza, vi sarà la partecipazione di un produttore di olio e uno di vino che condivideranno i loro prodotti e il racconto delle loro terre. All’esterno, nel cuore della Piazza di Grani Futuri, i fornai offriranno il pane in abbinamento ai piatti, rendendo omaggio alla sua funzione di elemento unificante e inclusivo; mentre, sette postazioni food proporranno gustose bontà accessibili a tutti, nel segno dell’incontro tra cibo e comunità.
Grani Futuri 2025 si conferma l’evento capace di unire riflessione e convivialità, impegno civile e piacere dei sensi, celebrando il pane come simbolo di speranza, condivisione e possibilità.
Il programma:
https://www.granifuturi.com/wp-content/uploads/2025/06/programma-2025-s-copia.pdf
Catello Di Maio, panificatore di Torre del Greco, alla tavola rotonda Grani Futuri
Con enorme piacere Catello Di Maio partecipa anche a questa settima edizione del più importante evento, in Italia, dedicato al pane e ai panettieri, partendo dal racconto del grano e dei suoi territori.
<<Di questa manifestazione mi piace particolarmente la completezza dei temi toccati, in primis quello sociale che appartiene in maniera indissolubile al pane. Prodotto intorno al quale le comunità si sono unite, hanno organizzato i loro programmi temporali in quanto fonte primaria dell’alimentazione, pertanto è fortemente legato alla storia e alla cultura italiana. Ogni territorio ha i suoi pani, che hanno preso forma da mani che ben conoscono le esigenze delle popolazioni locali. Nellamia Torre del Greco il pane tipico è la semolella,panino di farina di semola che tutte le famiglie portavano in tavola, e i lavoratori oltre le case farcendoli con prodotti poveri per il pranzo>>.
Torre del Greco è cittadina sul mare dove la pesca è stata sempre molto attiva. La semolella rappresentava a bordo dei piccoli pescherecci il pranzo o la cena, farcito con olio e alici. Nel tempo era praticamente scomparso, ma oggi è nuovamente a tavola grazie all’impegno di Catello che lo ha riportato in produzione nella sua Cesto Bakery.
Il panificatore di Maio prenderà parte alla tavola rotonda di Grani Futuri, prevista per sabato 21 giugno nell’Auditorium Grani Futuri, sul tema “Il Pane che verrà”, in un confronto e dialogo tra professionistiimpegnati nella quotidianità a garantire un futuro sostenibile e di altissima qualità al pane non solo italiano, ma del mondo. Dando il giusto valore ai saperi antichi di forni e fornai, si studia con grandi competenze acquisite la tecnologia necessaria sia nei campi di coltivazione del grano, che nei mulini fino ad arrivare tra le mani dei panificatori e sulle tavole del mondo. Il pane presentato da Catello Di Maio sarà di un formato grande,da 5 – 6 chili, come si faceva un tempo nei forni di paeseper averlo a disposizione più giorni. Farina da monograno proveniente dal territorio del beneventano, in Campania, storicamente terra di campi di grano e mulini.
La cultivar scelta è la saragolla, un’antica varietà di grano duro, storicamente nota nel Sannio per la sua rusticità e resistenza all’allettamento.
TAVOLA ROTONDA: “IL PANE CHE VERRÀ”
A moderare la tavola rotonda “Il pane che verrà” saràMaria Carmela Ostillio, docente di Marketing SDABocconi di Milano.
I panettieri presenti
Catello Di Maio (CESTO BAKERY – Torre del Greco),Davide Fiorentini (O’FIORE MIO - Faenza), Salvatore Curatolo (FORNOFANTASMA - Cagnano Varano), Massimo Vitali (PANETTERIA VITALÌ - Cesenatico), Francesco Arena (FRANCESCO ARENA MASTRO FORNAIO - Messina) e Antonio Cera (FORNO SAMMARCO - San Marco in Lamis).
Catello di Maio fa di Cesto Bakery un hub in continua evoluzione all’ombra del Vesuvio
Catello Di Maio racconta nella quotidianità le sue storie di pane a Torre del Greco, cittadina sulla costa del Vesuvio, e poco distante da Napoli. Classe 1989, ha progettato la sua Cesto Bakery come un unicum con più anime messe insieme, creando un luogo molto dinamico e sempre frequentatissimo. Figlio di panettiere, ha puntato decisamente all’innovazione per riuscire a raggiungere un prodotto di altissima qualità. Studio costante delle materie prime, partendo dalle farine, così come delle tecniche, spaziando in un range ampio di tipologie di pani, e non solo. La tecnologia delle macchine e dei forni sono per lui strumenti di precisione indispensabili, e gli spazi dei laboratori di Cesto Bakery gli permettono di esserne ben dotato.
La padronanza dell’artigianalità del mestiere è l’asso nella manica di questo panettiere molto umile, dai modi gentili, di quelli che si incontrano sempre meno. L’arte bianca è una passione sfrenata che oscilla tra lucidità e follia, in una sorta di zona borderline, l’unica dimensione possibile per sostenere una tale vivacità di pensiero e ritmi spinti all’impossibile. Eppure Catello è l’immagine della serenità e della pacatezza, probabilmente ha fatta propria la massima confuciana secondo la quale “scegli il lavoro che ami e non lavorerai neanche un giorno”.
Entrando in Cesto Bakery, nel centro di Torre del Greco, si viene immediatamente colpiti dalla grande vivacità di chi la frequenta e di chi ci lavora. L’estesa varietà di pani attira lo sguardo e impregna l’aria con il suo profumo di buono. Sono una quarantina le tipologie di pani che spaziano dalle creazioni contemporanee di Catello, al recupero dei pani storici della Campania, ai pani di altre regioni italiane, fino a quelli del nord Europa, questi ultimi amatissimi e uno stimolo rilevante. Tanto da diventare un bravissimo artigiano della farina di segale, sono infatti particolarmente apprezzati e richiesti il rugbrød, il pane svedese, nella sua forma tipica, con farina di segale e ricoperto di semi, così come la pagnotta da 500 grammi di farina di segale al 100%, e quella di segale e cereali. Negli scaffali si fanno notare le grandi pagnotte di farina integrale al 100%, le miste, quelle di farina bianca, croccanti e profumate. Il pane di campagna, nella forma del palatone da 1,5 kg, tipico napoletano e legato ai ricordi di famiglia, il pane di Altamura è un altro richiamo fortissimo, poi il pane di semola, perfetti nella forma e nella consistenza soffice i buns, tra i più richiesti dalle hamburgherie d’autore.
I torresi gli sono particolarmente riconoscenti per il fatto che abbia ripreso a produrre la semolella, un panino di farina di semola tipico proprio di Torre del Greco, ormai scomparso. Era il pane che si consegnava per strada e porta a porta, il panino che i pescatori portavano a bordo e farcivano con olio e alici. Un ritorno felice che ha invogliato anche altri panettieri a produrlo. Il marsigliese è un altro pane tipico napoletano adoperato per la farcitura che qui trova un eccellente interpretazione: come ci ricorda il nome, arriva dalla Provenza sulle navi mercantili, ha origini antiche, deriva dal pain fendu che ancora oggi si accompagna alla bouillabaise, la zuppa di pesce tipica di Marsiglia.
La pizza in pala e nel padellino sono l’altra anima nobilissima di Catello. Ne è un eccellente interprete, tanto che qui si sgomita per poterla acquistare prima che finisca. Cesto Bakery è stato pensato come un luogo di incontro e di accoglienza. È infatti attrezzato con tavoli dove accomodarsi per gustare le pizze, le focacce farcite, le golosissime pizze fritte montanare, o i tanti pani farciti secondo il gusto del cliente. Già di primo mattino la bakery è frequentatissima perché qui si può fare la prima colazione all’angolo bar con i favolosi croissant, indimenticabili nel fedele stile francese, accompagnati dai tanti caffè, e da un banco di pasticceria bene assortito. La gente si ritrova da Cesto Bakery in più momenti della giornata: abbiamo citato la prima colazione, si viene per fare aperitivo, per il pranzo e per la cena ordinando dal banco gastronomia dove le ricette della tradizione napoletana sono protagoniste, insieme alle pizze.
Ha così costruito un rapporto forte con i suoi clienti, facendo informazione sulle farine, sui valori nutrizionali dei diversi pani, spiegando poi come vanno conservati per non farne spreco e proponendo ricette di recupero del pane ormai vecchio.
Il panettone artigianale è motivo di orgoglio per Catello, si viene da tutta la Campania nel periodo di Natale per essere certi di portarlo a casa.
La sede principale è in via Salvatore Noto 26 Torre del Greco, la costante crescita del progetto ha dato spazio ad altri due punti vendita, uno in via Falanga 9 e l’altro in via nazionale 831.
Aperto tutti i giorni dalle ore 7,00 alle 20,30 – la domenica dalle 7,30 alle 13,30
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